Cura ed empatia contro il cambiamento climatico

Jonathas de Andrade, Magda Drozd, Bepi Ghiotti, Michael Hoepfner, Stefano Ogliari Badessi, Tabita Rezaire,
Emilija Škarnulytė, Flaminia Veronesi, Mali Weil

Largo Audiffredi, Casa del Fiume, Piazza Foro Boario - Cuneo (IT)
Musée des Merveilles - Tenda (FR)

A cura di Andrea Lerda

Connecting Worlds è realizzato con la sponsorship tecnica di Ferrino.
L’evento è promosso dal Parco fluviale Gesso e Stura nell’ambito del Programma Interreg ALCOTRA 2014-2020 – Piano territoriale Integrato ALPIMED – progetto CLIMA.

 

 

Connecting Worlds è un evento diffuso che esplora i temi della cura e dell’empatia come strumenti necessari per ristabilire un equilibrio con il Mondo in un tempo di emergenze climatiche, di squilibri sociali, politici ed economici ad esse legate.
Il progetto, nel quale all’arte e alla creatività contemporanea è stato delegato il compito di affrontare e di raccontare questi temi, prende volutamente forma nello spazio pubblico e si sviluppa fisicamente sul territorio transfrontaliero italo-francese, nelle città di Cuneo e Tenda.

Connecting Worlds indaga il concetto di riconnessione sia su un piano globale che territoriale.
Gli sconvolgimenti climatici ai quali l’umanità sta assistendo indotti dall’impatto delle attività antropiche e dai modelli turbocapitalistici - hanno ripercussioni lontane e vicine.
La tempesta Alex, che a fine 2018 ha colpito le valli Vermenagna e Roya, è l’ennesima testimonianza di come la nostra interferenza con gli equilibri naturali possa esercitare un enorme impatto sulla vita futura del genere umano.

La connessione alla quale oggi siamo chiamati non è finalizzata alla salvaguardia di una visione bucolico-romantica di una natura perfetta. È chiaro che il pianeta del quale siamo ospiti, grazie alla sua straordinaria resilienza e forza trasformativa, ci sopravviverà.
Ciò che dobbiamo comprendere è che l’empatia verso le altre specie viventi e non viventi con le quali siamo visceralmente connessi e interdipendenti, è un’atteggiamento che dobbiamo coltivare per preservare la qualità del nostro vivere futuro.
Nel 1984 il biologo statunitense Edward O. Wilson ha introdotto la parola “biofilia” per descrivere la “tendenza innata a concentrare il [nostro] interesse sulla vita e sui processi vitali”. La biofilia è un sentimento di affiliazione emotiva che possediamo ma che abbiamo perso durante la nostra evoluzione.
È dunque tempo di tornare ad allenarla e di farne uso. È tempo di essere creativi, di esplorare la relazione con le altre specie animate e inanimate in modo inedito e generativo, di operare secondo modelli di crescita alternativi e di ripensare il significato stesso di umanità. 

 

 

Il focus delle opere presentate presso la Casa del Fiume invita a riflettere sui concetti di mescolanza e di coesistenza, nel tentativo di sovvertire la convenzionale modalità di intendere il nostro essere nel mondo.
I lavori di Stefano Ogliari Badessi e del collettivo Mali Weil, ci ricordano come la vita umana non è esclusiva, né indipendente dai miliardi di altri esseri viventi che con noi coabitano e alimentano i cicli vitali del Pianeta Terra.

Le suggestioni visive e quelle sonore propongono l’osservazione del mondo attraverso occhi diversi, raccontando come “ogni specie coltiva ed è coltivata da altre specie” e “ogni spazio, ogni mondo è disegnato e costruito da altri e per altri” (M. Weil).
Insetti, batteri, animali, funghi, vegetali, esseri umani… siamo tutti elementi di una sola catena regolata da un delicato e sofisticato equilibrio.
Alla luce di questa consapevolezza, consci delle potere creativo e al tempo stesso distruttivo che noi esseri umani possediamo, come possiamo riconfigurare la nostra presenza in una rete di ecosistemi complessi?

 

 

Nell’ambito di Connecting Worlds, l’artista viennese Michael Hoepfner e la sound artist zurighese Magda Drozd sono stati invitati a immaginare un evento visivo e performativo live che si è svolto sabato 11 giugno alle ore 18.30 presso Piazza Foro Boario.

Hoepfner e Drozd hanno preso parte alla camminata transfrontaliera collettiva che si è svolta domenica 15 maggio con partenza dal rifugio delle Marmotte presso Limonetto e destinazione il Musée des Merveilles di Tenda. L’esperienza, dal forte valore simbolico, è stata pensata come momento di riconnessione fisica ed emotiva tra i due territori segnati dalla Tempesta Alex. In quell’occasione gli artisti hanno raccolto i segni dell’evento meteorologico estremo attraverso un progetto fotografico e una campionatura di suoni della natura. Le suggestioni visive e sonore diventano un evento performativo nel quale musica e fotografia si fanno portavoce di un messaggio inedito di sostenibilità e di riconnessione tra noi e la montagna.

 

 

Nella sezione presentata presso Largo Giovanni Audiffredi, Connecting Worlds prende forma all’interno di tre tende della protezione civile grazie alla collaborazione tecnica con Ferrino.
La tenda è una casa viaggiante, un dispositivo in grado di ospitare e di riparare degli eventi meteorologici, l’esempio di un modo di vivere semplice e a diretto contatto con la natura. Ma la tenda è anche un simbolo di emergenza; il luogo della permanenza temporanea in seguito a eventi catastrofici; una figura ricorrente nelle immagini che testimoniano il sempre crescente fenomeno di migrazione delle popolazioni a causa del global warming.  

Il focus delle opere presentate in questa sezione, degli artisti Jonathas de Andreade, Bepi Ghiotti, Flaminia Veronesi, ruota attorno ai concetti di cura, empatia e ibrido. Le immagini proposte invitano a un ripensamento dei paradigmi “antropocentrati”, ricorrendo alle esperienze catartiche del perdono e della connessione emotiva. La figura della sirena, nota per il suo potere ammaliante, è invece emblema della mescolanza tra il genere animale e quello umano. Il suo canto è l’invito a ripensarci come corpi abitati piuttosto che esseri abitanti.