IL PAESAGGIO COME TEATRO

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sweet Walk sweet Food, un progetto di Enrico Scaramellini, in collaborazione con Arch. Francesco Manzoni; realizzazione a cura di Legnotech srl, Tirano.

sweet Walk sweet Food è un progetto di Enrico Scaramellini che nasce immaginando un escursionista che raggiunge un luogo speciale, in cui il paesaggio si mostra in tutta la sua bellezza.
Un piccolo dispositivo di legno replicabile, che permette al viaggiatore di accomodarsi e gustare la propria colazione al sacco, osservando il panorama che si trova di fronte.
Eugenio Turri paragona il paesaggio ad un teatro. Questa metafora è una chiave di lettura che ci porta a riflettere sul valore e sull'incidenza che ogni nuovo scenario può avere sull'uomo e sulla sua propensione a rispecchiarvisi e a sentirlo come proprio. La regia dello spettacolo in esso rappresentato vede quindi protagonista l'uomo, in quanto attore e spettatore allo stesso tempo.

'E' evidente che ove mancasse l'uomo che sa guardare e prendere coscienza di sé come presenza e come agente territoriale, non ci sarebbe paesaggio, ma solo natura, bruto spazio biotico [...]. Possiamo dire, in altre parole, che è l'uomo che sa emozionarsi di fronte allo spettacolo del mondo, che si esalta al vedere il segno umano dentro la natura, che sente i ritmi di questa e i ritmi dell'umano, è lui che più di altri sa trovare le chiavi giuste per progettare e costruire nel rispetto dell'esistente e nella prospettiva di creare nuovi e migliori futuri.'*

 

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sweet Walk sweet Food, un progetto di Enrico Scaramellini, in collaborazione con Arch. Francesco Manzoni; realizzazione a cura di Legnotech srl, Tirano.

Caspar David Friedrich nel 1818 dipinge il Viandante sul mare di nebbia, emblema del Romanticismo e dell'atteggiamento contemplativo dell'uomo rispetto alla natura.
Joseph Beuys nel 1981, in Difesa della Natura (Clavicembalo), si fa ritrarre di spalle, con lo sguardo perso nell'infinità del paesaggio. Con il progetto sweet Walk sweet Food, Enrico Scaramellini rilegge nuovamente questa posizione, facendo questa volta accomodare lo spettatore su una seduta prêt-à-porter.

 

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*Citazione: Eugenio Turri, Il paesaggio come teatro. Dal territorio vissuto al territorio rappresentato, Marsilio Editori, 1998, p. 13.