Nous vivons dans l’éclat

 

Il MAMAC di Nizza dedica una mostra all’artista di origini vietnamite Thu-Van Tran. Si tratta della prima grande esposizione monografica all’interno di un’istituzione artistica francese dopo la sua partecipazione alla collettiva dal titolo Cosmoginies, au gré des éléments presentata dallo stesso museo nel 2018.

Sviluppato su una superficie di più di 1000 metri quadrati di area espositiva, il progetto mette in luce i principali aspetti della sua ricerca: un universo artistico impregnato della sua doppia cultura franco-vietnamita che l’artista esplora.
Attraverso pittura, fotografia, scultura, film e installazione, Thu-Van Tran concentra la sua attenzione sull’eredità visibile e invisibile attualmente inscritta nel linguaggio, nei territori del Vietnam e nei suoi immaginari; la trasformazione dei paesaggi e le questioni che interessano gli esseri viventi così come tutte le
dinamiche del vivente. 

 

 

Veduta della mostra «Nous vivons dans l’éclat» presso il MAMAC di Nizza.
Le caoutchouc rouge (dettaglio), 2017; Les couleurs du gris (dettaglio), 2023.
© Thu-Van Tran / ADAGP Paris, 2023. Foto: Jean-Christophe LETT.

Veduta della mostra «Nous vivons dans l’éclat»presso il MAMAC di Nizza.
Les couleurs du gris, 2023.
© Thu-Van Tran / ADAGP Paris, 2023. Foto: Jean-Christophe LETT.

 

 

A proposito della mostra, l’artista esprime il suo desiderio “di affrontare la questione del nostro ecosistema naturale, diventato instabile e mutevole in seguito agli sconvolgimenti causati dalle dinamiche economiche e politiche del mondo moderno”. Nell’esposizione Thu-Van Tran sposta l’attenzione verso considerazioni al tempo stesso economiche e politiche oltre che ambientali ed esplora i poteri intrinseci di una natura sovrana e incantevole, che da risorsa materiale si trasforma in risorsa spirituale e mistica, luogo di miti e possibilità immaginarie.

La mostra intreccia racconti storici, mitologie personali, opere esistenti e lavori prodotti per l’occasione. Folgorazioni, sensazioni ed emozioni. È attraverso questo prisma soggettivo - quello di una memoria attraversata dall’emozione, dalla malinconia e dall’incanto - che Thu-Van Tran investiga il passato della sua terra di origine, il Vietnam, facendolo diventare l’ispirazione per tutte le opere in mostra. L’artista mescola in maniera poetica e accusatoria le eredità meteriali della storia, l’impatto della guerra sui territori, sugli ecosistemi naturali e gli equilibri che dal selvativo abbracciano l’umano.

 

"Il passato evocato nell'espressione sarà anche quello dei miti e delle leggende, perché siamo plasmati dalle storie allo stesso modo della storia reale. Una tradizione narrativa della favola si radicherà nell'espressione, dove la natura, gli animali e le allegorie verranno a parlarci del nostro passato sepolto, sognato, sublimato e immaginato, che si intromette direttamente nel nostro presente”.

 

 

Thu-Van Tran, Au couchant, Au levant, 2023. Fotogramma su carta Fujiflex
Courtesy l'artista
© Thu-Van Tran / ADAGP Paris, 2023. Foto: Thu-Van Tran

Veduta della mostra «Nous vivons dans l’éclat» presso il MAMAC di Nizza.
Encre Assassine, 2023; Si rien ne sort d’ici, 2018, inchiostro su carta; Film 16 mm; Le génie du ciel, 2022, 112 porcelaines, dimensions variables; Pénétrable – Allégorie chant, crépuscule, 2023, caoutchouc, pigment, dimensions variables, œuvre in situ. Roman sans titre, 2021, un ensemble de 180 feuilles en grès, dimensions variables. Roman sans titre, 2020, bronze.
© Thu-Van Tran / ADAGP Paris, 2023. Foto: Jean-Christophe LETT.

 

 

Il legno che “piange” o albero della gomma, e le lacrime che produce, è al centro della sua pratica e delle sue sperimentazioni. Che appaia nella forma preziosa dei tronchi modellati, nella traccia spettrale delle sue foglie, nei gesti della raccolta o nella pura materialità del lattice, questa gomma  permette di evocare una storia: quella della trasformazione di un paesaggio sotto la crescente influenza di un altro Paese. Originario del Brasile, il seme dell’albero della gomma è stato importato e piantumato in maniera intensiva in Vietnam, in modo particolare dall’azienda Michelin, a partire dal 1925.

Incarnazione di un processo di acclimatazione, infiltrazione e metamorfosi, l'albero della gomma viene esplorato dall’artista nella sua dimensione plastica, storica ed economica. La sua immagine risuona con le attuali problematiche legate all'eccessivo sfruttamento e all'estrazione delle risorse naturali.

Una storia di insediamenti artificiali, raccolti e rivolte è ambientata in sontuosi affreschi astratti che evocano paesaggi lirici e immagini allegoriche della guerra del Vietnam e dell'irrorazione chimica perpetrata dall'esercito americano. Ottenute attraverso la giustapposizione di un arcobaleno di colori, i lavori pittorici generano una bellezza tumultuosa.
L'artista ci invita a varcare la soglia di una pesante tenda di gomma, una sorta di muta vegetale e di grande pittura organica che ci porta in un mondo di crepuscoli e di sogni, un mondo di lutto e di consolazione.

 

"Siamo fatti di sfumature e miscele, e quindi il nostro presente è scritto su un paesaggio macchiato e innegabilmente imperfetto. Riflettere sul presente senza ignorare il passato", dice l'artista, che investe questa storia con la sua soggettività e con forme di bellezza inquietante, attraversate da una violenza opaca".

 

 

Veduta della mostra «Nous vivons dans l’éclat» presso il MAMAC di Nizza.
Peau blanche, 2017; Pénétrable, 2023; Bleu Saigon, 2017.
© Thu-Van Tran / ADAGP Paris, 2023. Foto: Jean-Christophe LETT.

Veduta della mostra «Nous vivons dans l’éclat»presso il  MAMAC di Nizza.
Encre Assassine, 2023; Si rien ne sort d’ici, 2018; Le génie du ciel, 2022.
© Thu-Van Tran / ADAGP Paris, 2023. Foto: Jean-Christophe LETT.