PAESAGGI PERIFERCI

Siamo abituati a soffermare lo sguardo su paesaggi montuosi, su prati fioriti e distese innevate. Le nuove tecnologie ci permettono di catturare e fotografare con facilità scenari paradisiaci in ogni angolo del mondo.
Abbiamo allenato gli occhi a riconoscere il bello della natura in un giardino curato, una quercia secolare o una riserva naturale.
Esistono però paesaggi periferici, dai contorni indefiniti e dai tratti incerti. Luoghi e micro luoghi nati dall'interazione tra l'azione umana e l'ambiente naturale.

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Jennifer Colten dalla serie Urban Wilderness. Courtesy l'artista

La fotografia di Jennifer Colten va in questa direzione. Oltrepassando una visione tradizionale, il lavoro della fotografa americana si sofferma su spazi considerati comunemente privi di fascino, di significato e rilevanza formale.
Aree dalle conformazioni ambigue, in grado di evocare alla mente una condizione di residuo.
Territori 'di mezzo', nati dalla mutazione inevitabile dello spazio, dal processo di costruzione e decostruzione della forma, la cui origine non proviene da uno scopo predefinito.

Jennifer Colten, dalle serie Of Place and Non-Place. Courtesy l'artista.

L'uomo interviene sull'ambiente e nell'ambiente che lo circonda, in maniere differenti e con finalità di natura plurima.
Azioni dirette e indirette che possono rientrare in ambiti più o meno legittimi.
Un grande scavatore che calpesta il suolo e ne ridisegna la conformazione originale; un orizzonte temporaneamente celato da una montagna di rifiuti (frutto di tante azioni individuali che, oltrepassando la dimensione privata, creano un paesaggio dell'accumulo), oppure un simil bosco abbandonato all'incuria, che si impossessa in maniera autonoma e arbitraria di quanto lo circonda.

 

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Jennifer Colten, dalle serie Of Place and Non-Place. Courtesy l'artista.

La classificazione di questi spazi non è cosa semplice. Tuttavia, il lavoro di Jennifer Colten li porta alla luce, li riconosce, conferendogli un nuovo status.
Gli scatti fotografici immortalano così paesaggi momentanei, nei colori e nelle proporzioni, che proprio per la loro condizione di transitorietà, domani, con molta probabilità, saranno scomparsi, per lasciare spazio al nuovo, figlio di una rigenerazione perpetua dell'ambiente e della natura.
L'intento principale della fotografa non è quello di sottolineare la responsabilità umana nei confronti della natura, bensì di constatare come quest'ultima riesca in ogni caso a sopravvivere e ad adattarsi al cambiamento imposto dall'uomo.
Ma la denuncia della non curanza dei luoghi e dei territori costituisce un rimando diretto, così come l'invito a spostare il punto di vista da una visione antropocentrica, a una più sensibile dell'ambiente e delle forze della natura.
Il messaggio sembra forse essere quello che non esistono paesaggi e luoghi più 'naturali' di altri. Ogni angolo della Terra è natura e per questo dotato di un proprio valore intrinseco.

 

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Jennifer Colten, dalla serie Urban Wilderness. Courtesy l'artista